Rapporto Censis-Eudaimon: aumenta la conoscenza del welfare aziendale
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Rapporto Censis-Eudaimon: aumenta la conoscenza del welfare aziendale

Sono numeri inequivocabili quelli fotografati dal 7° Rapporto Censis-Eudaimon: i lavoratori italiani conoscono sempre di più il welfare aziendale (81,8%) e soprattutto lo conoscono in maniera sempre più precisa (32,7% degli intervistati lo conosce bene contro il 18,6% del 2018). Numeri importanti, che certificano la diffusione capillare dello strumento e che vanno di pari passo con la voglia, da parte dei lavoratori, di usufruirne in maniera massiccia. Basti pensare, a questo proposito, che tra i lavoratori che già beneficiano di un programma di welfare aziendale, l’84,3% vorrebbe che fosse potenziato. D’altro canto più di 4 dipendenti su 5 tra coloro che né non usufruiscono (83,8%) vorrebbe che fosse introdotto nella propria azienda. Significativo anche il dato che riguarda l’utilizzo del welfare aziendale come forma di aumento retributivo, soluzione vista con favore dal 79,5% degli intervistati. “Conoscenza e apprezzamento sono segnali incoraggianti, sintomi di un fenomeno in costante diffusione e ormai consolidato, soprattutto come conseguenza di esigenze socio-politiche negli ultimi anni” il commento Alberto Perfumo, fondatore e Amministratore Delegato di Eudaimon.

 

Un nuovo modello di Welfare

 

Dal Rapporto Censis-Eudaimon, emergono anche altri dati, ugualmente interessanti. I lavoratori dipendenti italiani non si limitano a conoscere sempre meglio il welfare aziendale, ma sono anche sempre più consapevoli dei loro desideri in questo ambito. Quello che desiderano maggiormente è essere ascoltati (89.2%) e servizi personalizzati. A questo proposito, l’89,2% degli occupati vorrebbe la personalizzazione del welfare aziendale, con offerte modulate sulle proprie esigenze. Inoltre, il 72,4% apprezzerebbe un consulente di welfare che li supportasse nell’affrontare eventuali problemi con la sanità, la previdenza e la scuola dei figli. “Ciò che senza dubbio emerge è la necessità di un salto culturale del welfare aziendale, che poi è la riscoperta della sua identità, per cogliere le sfide del momento e per rispondere efficacemente ai bisogni di aziende e lavoratori – spiega ancora Perfumo – Le prime si trovano a fare i conti con un mercato del lavoro sempre più competitivo ma con sempre meno mezzi per giocare la partita dell’attraction e della retention. I secondi, disaffezionati al lavoro, esprimono una domanda di ascolto, riconoscimento e attenzione al proprio benessere”.

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