Ascoltare e supportare i dipendenti: il welfare di Bureau Veritas

Ascoltare e supportare i dipendenti: il welfare di Bureau Veritas

Davide Colombo, HR Manager Italy di Bureau Veritas Italia, racconta le iniziative messe in piedi dal gruppo per valorizzare il benessere dei propri dipendenti in questo periodo di emergenza sanitaria.

 

Orari flessibili, part time, supporto alla maternità, corsi di mindfulness e antistress, contest e momenti di svago virtuali, attività di team building. Sono numerose le iniziative di welfare messe in atto da Bureau Veritas Italia per prendersi cura delle proprie persone. E non solo per contrastare gli effetti negativi della pandemia di Covid-19 che sono solo la punta dell’iceberg.

 

Da oltre 20 anni, infatti, l’azienda francese implementa diverse iniziative per favorire la conciliazione vita-lavoro dei propri dipendenti. Il primo progetto è stato l’orario flessibile per la metà della popolazione aziendale con un ruolo commerciale o tecnico operativo, a cui è data la possibilità di gestire la propria giornata lavorativa liberamente. A seguire sono state inserite nel piano di welfare una serie di misure a supporto della maternità.

 

“Veniamo incontro alle dipendenti più di quanto non facciano le norme attuali sui congedi parentali: diamo la possibilità di lavorare da casa e di accedere al part time post maternità senza i limiti previsti dalla legge”, racconta a Tuttowelfare.info Davide Colombo, HR Manager di Bureau Veritas Italia. “Inoltre, se una lavoratrice, anche non in maternità a rischio, ci comunica che ha difficoltà a raggiungere l’ufficio e preferirebbe lavorare da remoto oppure ha bisogno di rimanere a casa qualche giorno o, ancora, ha la necessità di fare un lavoro meno operativo siamo sempre andati incontro a queste esigenze, sia prima sia dopo la nascita del bambino”.

 

L’ultima misura, introdotta ne 2019, è quella dei permessi retribuiti per le visite mediche non personali. “Offriamo la possibilità di utilizzare la metà delle ore previste annualmente di permessi per visita medica, non soltanto per visite personali, ma anche per accompagnare un parente o qualcuno che si conosce che è in difficoltà senza doverlo giustificare all’azienda”, dice l’HR Manager di Bureau Veritas Italia, rimarcando che questa ultima novità è stata molto apprezzata dai dipendenti.

 

“Distanti ma vicini”: le misure di supporto durante il Covid

 

Nell’ambito della volontà di restare ‘distanti, ma vicini’ durante la fase di emergenza sanitaria, Bureau Veritas Italia ha inaugurato una serie di iniziative per mantenere un senso di unità e condivisione, nonostante il lavoro da remoto, e per fornire strumenti di supporto ai dipendenti. “Il Covid ha spinto la nostra organizzazione a ‘remotizzare’ tutti dall’oggi al domani, perciò abbiamo cercato iniziative e attività che potessero sostenerci anche psicologicamente in questa situazione di clausura forzate, di distanza tra i colleghi”. Le iniziative lanciate hanno spaziato dalle pillole antistress ai percorsi di mindfulness, dagli incontri con psicologi a caffè virtuali, dalle occasioni virtuali di confronto lavorativo a quelle di svago e socialità, dai contest ‘leggeri’ alle attività di team building, alle pillole informatiche per utilizzare i nuovi tool, e così via.

 

Anche in questa fase di lavoro da casa, l’azienda ha continuato a fornire i ticket pasto a tutti i dipendenti. E poiché con l’inizio del lockdown l’organizzazione non era attrezzata per fornire subito a tutti un cellulare aziendale, sono stati offerti 10 euro a testa al mese a chi ha impostato la deviazione di chiamata sul proprio cellulare privato. “Per noi questo è stato un valore e anche un’attenzione da parte dei colleghi nei confronti dell’attività aziendale. Perciò ci sembrava giusto come azienda riconoscerlo e ringraziare pagando sostanzialmente l’abbonamento”, aggiunge Colombo.

 

Una survey per migliorare i servizi di welfare

 

Dopo la prima fase dell’emergenza, Bureau Veritas ha poi sottoposto alcune survey ai dipendenti per capire quali iniziative hanno funzionato, quali sono state apprezzate e quali quelle su cui lavorare ancora. “Nella survey abbiamo chiesto com’era andata l’esperienza in termini di facilità di utilizzo dei nuovi strumenti che sono entrati nell’utilizzo quotidiano di tutti”, illustra Colombo. Altri quesiti riguardavano l’esperienza di team da remoto. “Abbiamo chiesto come il responsabile ha gestito il team in questa fase di lontananza, se si è riusciti a impostare i lavori e a confrontarsi o se si sono sentiti abbandonati. Abbiamo anche chiesto come hanno vissuto il rapporto con i colleghi sia del proprio team sia degli altri team, se sono riusciti a impostare dei contatti positivi o hanno fatto fatica a raggiungere le persone, se si è sentito il gruppo”.

 

La survey non aveva solo lo scopo di fare il punto sulle misure implementate negli ultimi mesi, ma anche di permettere ai vertici dell’azienda di capire come formalizzarne alcune, come lo Smart working, da utilizzare anche post stato di emergenza. “Abbiamo chiesto ai dipendenti come vorrebbero che strutturassimo il lavoro agile, sia in termini di giornate sia di luoghi in cui poter lavorare. E abbiamo chiesto tutta una serie di indicazioni per migliorare il lavoro da remoto”.

 

È emerso che la maggioranza dei team ha resistito e i dipendenti hanno dichiarato di aver trovato giovamento in quasi tutte le iniziative. In particolare, il 50% della popolazione aziendale ha chiesto di poter fare Smart working al massimo per tre giorni a settimana. Inoltre, sono arrivate diverse indicazioni su quali correttivi apportare alla gestione dei team da remoto, rispetto sia al rapporto capo-collaboratore sia con i colleghi. Tra le richieste ci sono quelle di impostare una governance, momenti formalizzati in cui confrontarsi con appuntamenti settimanali e anche incontri più focalizzati sul gioco. “Per noi è stata utilissima per fare tesoro subito a caldo di questa esperienza e apportare alcuni ‘correttivi’. Per esempio, abbiamo impostato percorsi formativi manageriali, introducendo elementi di gestione dei team da remoto per dare a tutti gli stessi strumenti”, spiega il Direttore HR.

 

Ascoltare, osservare e rispondere ai bisogni dei dipendenti

 

Il tasso di adesione della popolazione aziendale alle varie iniziative di qelfare si aggira sul 60-65%. “Abbiamo avuto adesioni molto alte in quasi tutte le attività. Per esempio, quando abbiamo lanciato i percorsi di mindfulness o le pillole antistress abbiamo avuto numerose richieste di partecipazione che, per rendere efficace il percorso, abbiamo promosso più edizioni”, racconta Colombo. Tra le più apprezzate anche le iniziative legate allo stare insieme e al far parte della dimensione sociale dell’azienda. “Sono stati molto partecipati anche i contest con le foto delle postazioni da remoto, i disegni dei figli oppure coinvolgendo le persone conviventi durante il lockdown e così via”.

 

Il lavoro per raggiungere questo risultato passa innanzitutto dal dialogo con i lavoratori. “Abbiamo aumentato la comunicazione da parte della Direzione e dei manager, con aggiornamenti costanti su tutte le novità normative nazionali e regionali”. Ma soprattutto dall’ascolto delle esigenze dei lavoratori. “Il successo delle nostre iniziative di welfare è dovuto al fatto di averle sempre costruite in risposta alle richieste delle persone, non l’abbiamo mai calato in modalità top-down. Abbiamo osservato e ascoltato i bisogni delle persone. E se arriva una richiesta cerchiamo sempre, ovviamente nei limiti del possibile, di andare incontro al dipendente. Questo è il nostro approccio ed è molto apprezzato”.

 

Un successo tale da spingere l’organizzazione a non voler circoscrivere questa esperienza solo al periodo dell’emergenza sanitaria, ma di far entrare alcune iniziative in pianta stabile nel Dna e nella cultura dell’azienda. “Continueremo con le iniziative che sono state tanto apprezzate: quelle di supporto per questa seconda ondata, i contest per far ridere e le attività di team building”, ammette il Direttore HR. “Sicuramente formalizzeremo lo Smart working quando finirà lo stato di emergenza. Ci stiamo preparando con una governance e dei Kpi, perché il lavoro agile è diverso dal Remote working della pandemia. Poi vedremo cosa ci riserverà il futuro”.

 

A conferma dell’efficacia delle iniziative di welfare di Bureau Veritas Italia, l’azienda è stata di recente premiata come “Welfare Champion” dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante la quinta edizione di Welfare Index PMI, insieme con tutte quelle aziende che si sono distinte per la valorizzazione del benessere dei collaboratori.

 

“Vincere il premio è stata una sorpresa. Abbiamo partecipato quasi per caso; con un’intervista telefonica, abbiamo fornito le evidenze e i documenti di tutte le iniziative che abbiamo fatto e del regolamento aziendale”, spiega ancora Colombo. “Il nostro supporto è stato valutato come importante e abbiamo vinto anche la menzione speciale per la resilienza al Covid per il filone di iniziative che abbiamo implementato per far sentire i dipendenti ancora parte di un’azienda e di un team, in un periodo come questo davvero molto duro”.

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alessia.albertin@tuttowelfare.it