Gruppo Mazzucconi e il welfare che libera tempo
Il welfare aziendale è una risorsa sempre più importante per le imprese e per i lavoratori. Come dimostra il Gruppo Mazzucconi che, attraverso l’ascolto dei dipendenti e una piattaforma a loro dedicata, ha migliorato produttività, benessere in azienda e gestione del tempo.
Il Gruppo Mazzucconi, leader nel settore dei componenti di alluminio per automobili, con 1.200 dipendenti e cinque sedi in provincia di Bergamo, nel 2018 ha deciso di aderire alla possibilità di inserire un piano di welfare nel contratto aziendale per ottenere agevolazioni fiscali.
“Anni fa, quando si parlò per la prima volta di previdenza integrativa in azienda, abbiamo incontrato molta resistenza e pregiudizi, anche e soprattutto da parte dei lavoratori più giovani. Nel tempo abbiamo comunque inserito misure come premi di natalità e contributi per le spese scolastiche dei figli. Poi nel 2018, vista la storia dell’azienda e la situazione di crisi economica, abbiamo deciso di proseguire il percorso”, esordisce Paolo Motta, Capo dell’Ufficio Personale del Gruppo Mazzucconi.
L’accordo, stretto in fase di contrattazione con le associazioni sindacali, prevedeva la sperimentazione per un anno e l’allocazione di un Premio di risultato del valore di 800 euro con la possibilità di convertirlo interamente, in parte o per niente, in servizi di welfare. Per incentivare la conversione, inoltre, è stato disposto un ulteriore bonus di 50 euro.
“C’è stata molta difficoltà da parte della popolazione aziendale a capire di cosa si trattasse. Abbiamo fatto 21 ore di assemblee in tutte le sedi per spiegare ai dipendenti i vantaggi fiscali, quali sono i servizi di welfare a disposizione e come funzionano”, dice il manager.
Maggiore flessibilità per stare in famiglia
In Gruppo Mazzucconi, il welfare è considerato “uno strumento importante per migliorare il clima, l’organizzazione e la produttività aziendale”: “Non volevamo fare un piano di welfare calato dall’alto, perciò abbiamo pensato di chiedere ai dipendenti quali fossero le loro richieste e le loro esigenze attraverso un questionario”.
Il questionario anonimo conteneva 35 domande che spaziavano dalla situazione familiare del lavoratore alle spese sostenute durante l’anno e alle eventuali richieste di servizi di welfare. È stato distribuito a 750 dei 1.200 dipendenti del Gruppo e compilato e restituito da 400. Le risposte emerse dal sondaggio hanno rivelato che i lavoratori hanno in media più di 40 anni e un nucleo familiare composto da quattro persone. Le aree di maggiore interesse segnalate sono le agevolazioni sanitarie per il lavoratore e i familiari, i bonus per l’istruzione dei figli e una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro.
“Il dato che ci ha sorpreso di più, però, è stato che il 26% delle persone ha richiesto di poter convertire il Premio di risultato in ore di permessi da utilizzare per esigenze familiari. Il fatto che un tale numero di dipendenti fosse disposto a rinunciare a una fetta di reddito in favore di una migliore conciliazione vita-lavoro, ci ha spinto come prima cosa a dare la possibilità di lavorare da casa”.
Una piattaforma che valorizza le realtà locali
Per la somministrazione dei servizi di welfare, il Gruppo Mazzucconi ha scelto di affidarsi a una piattaforma. “Per noi il welfare è anche uno strumento per valorizzare sul territorio quelle realtà che offrono i servizi di cui hanno bisogno i lavoratori. Perciò abbiamo scelto un Provider innanzitutto con una tecnologia molto semplice e che desse la possibilità di inserire, tra le offerte a disposizione dei dipendenti, quei soggetti del territorio che forniscono servizi di welfare”.
Tra i vantaggi offerti dalla tecnologia, la possibilità di “integrare le realtà presenti sulla piattaforma, che sono a livello nazionale e a volte molto lontane dalla provincia di Bergamo, con quelle presenti e attive sul territorio”: “Una scelta che invoglia il lavoratore a convertire il Premio di risultato in welfare e che serve a redistribuire ricchezza sul territorio”.
Inoltre, il Gruppo Mazzucconi ha creato una commissione permanente che si occupa di welfare nell’azienda, e in cui giocano un ruolo attivo anche le rappresentanze sindacali, e uno sportello informativo sul welfare, attivo una volta a settimana, per tre-quattro ore, in tutte le sedi, per monitorare l’andamento del progetto.
Alla fine della sperimentazione concordata di un anno, l’azienda ha tratto un bilancio positivo: il welfare aziendale funziona, sia per l’organizzazione sia per i dipendenti. In fase di rinnovo del contratto aziendale, quindi, è stato deciso non solo di prolungare il progetto per il triennio 2019-21, ma anche di renderlo più strutturale.
“Il 30% dei dipendenti ha optato di convertire il Premio di risultato in servizi di welfare. Nello specifico, ha scelto questa opzione il 60% degli impiegati e il 22% degli operai. Per il nuovo triennio ci vogliamo impegnare in uno sforzo reciproco per fare in modo che le richieste dei dipendenti proseguano nei prossimi anni”, si auspica Motta.