La Covip promuove le adesioni online per sviluppare la previdenza complementare
La Commissione di vigilanza sui fondi pensione punta ad alleggerire il carico amministrativo delle aziende e a semplificare i rapporti con gli aderenti.
La Commissione di vigilanza sui fondi pensione ha avviato una pubblica consultazione fino al prossimo 11 aprile sulla nuova disciplina in materia di trasparenza. L’iniziativa si colloca nell’ambito della più complessiva attività di attuazione della Direttiva IORP II, dopo il d.lgs. 13 dicembre 2018, n. 147 di recepimento.
Lo schema di provvedimento organizza in un unico documento i diversi profili, dalla disciplina degli annunci pubblicitari a quella della nota informativa per i potenziali aderenti, fino alle comunicazioni periodiche agli aderenti e ai beneficiari. Vi è poi una significativa novità, già annunciata dalla Covip in occasione della presentazione della relazione annuale e in una recente intervista rilasciata dal Presidente Mario Padula. Il riferimento è alla promozione di un maggior utilizzo delle adesioni online, con particolare riferimento alle forme pensionistiche collettive che si collocano nell’ambito di iniziative di welfare contrattuale.
In questo modo, si consente una sensibile semplificazione amministrativa per le aziende che non sarebbero gravate dal dovere di raccogliere le adesioni cartacee dei dipendenti. Al contempo, si favorisce una maggiore prossimità della forma previdenziale nei confronti dei potenziali iscritti con un possibile “effetto volano” per un maggiore sviluppo della previdenza complementare.
Le osservazioni dell’Autorità
A giugno l’Autorità di vigilanza aveva sottolineato, con riferimento al tema dei servizi da rendere agli aderenti, come fosse auspicabile che l’attuazione della Direttiva IORP II costituisse l’occasione di un ulteriore salto di qualità nei rapporti con gli iscritti, ferma restando la necessaria attenzione ai costi. A questo fine, possono essere utilizzati tutti gli strumenti utili, a partire dalle tecnologie informatiche. In un’ottica di costante semplificazione, proseguiva la Covip, l’utilizzo del sito web e in particolare dell’area riservata dovrà essere riconsiderato e valorizzato per facilitare l’interlocuzione con l’iscritto, attraverso la compilazione di moduli e schede online che consentano di inviare richieste di prestazioni o eventuali reclami, nonché di seguire lo stato di avanzamento delle pratiche e recuperare la documentazione di volta in volta trasmessa.
Sino a oggi, sottolineava a Commissione, la procedura di raccolta delle adesioni con modalità online è stata sperimentata da pochi fondi pensione: un fondo pensione negoziale, un fondo pensione aperto e un PIP. Esiste, inoltre, nel settore del pubblico impiego, la possibilità di consentire l’adesione online tramite una specifica procedura, denominata NoiPA.
Il nuovo provvedimento
Nelle nuove istruzioni, la Covip rimarca come innovative e di grande rilievo le disposizioni su “siti web, tecnologie informatiche e rapporti con gli aderenti”. Queste riguardano l’utilizzo delle tecnologie informatiche per semplificare e rendere più efficace la gestione dei rapporti con gli aderenti, nonché per favorire la diffusione di documenti e informazioni utili. In particolare, sono stati definiti i contenuti dell’area pubblica e dell’area riservata dei siti web e, per la prima volta, sono state date indicazioni sulle modalità di realizzazione di quest’ultima.
Con particolare riguardo all’area riservata, si è ritenuto opportuno prevedere che l’aderente possa effettuare, inserendo le proprie credenziali di accesso, una serie di operazioni quali, ad esempio, la trasmissione di richieste di liquidazione delle prestazioni pensionistiche, l’esercizio di prerogative individuali nonché di reclami, l’accesso a documentazione personale con possibilità di archiviazione delle comunicazioni tra aderente e forma pensionistica complementare o società in un’apposita sezione per tutta la durata del rapporto di partecipazione.
Si richiede, poi, al fondo pensione di valutare la modalità di adesione on line nel piano strategico sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Qualora lo stesso ritenga di non poter adottare tale modalità, dovrà evidenziare chiaramente i motivi che giustificano la scelta. Ciò anche con riferimento alle adesioni collettive: potrà essere la stessa forma pensionistica, una volta acquisita l’adesione del lavoratore, a coinvolgere il datore di lavoro per verificare l’effettivo diritto del lavoratore all’iscrizione al fondo e ad attivare i relativi flussi contributivi.
* Lorenzo Giuli è un esperto di previdenza complementare