Previdenza cooperativa, un cappello per tre fondi

Previdenza cooperativa, un cappello per tre fondi

Cooperative e sindacati hanno firmato un accordo per unificare i rispettivi fondi di previdenza.

 

Mai come in questo caso il detto popolare “l’unione fa la forza” calza a pennello. Si chiama Previdenza Cooperativa ed è il frutto dell’accordo tra cooperative e sindacati per unificare i rispettivi fondi di previdenza. Un’intesa storica visto che il neonato fondo si posiziona al quinto posto della classifica italiana per numero di iscritti (100 mila), e all’ottavo per patrimonio, avendo in pancia qualcosa come 2 miliardi di euro.
«È un accordo epocale nelle relazioni tra associazioni datoriali e sindacali», ha commentato Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative e Alleanza Cooperative Italiane.  «Il fondo unico si rivelerà uno strumento prezioso a disposizione dei lavoratori delle coop italiane, ai quali vogliamo garantire, attraverso il secondo pilastro previdenziale, un futuro con maggiori sicurezze».

 

Uno fa per tre

 

Il nuovo prodotto fa riferimento ai vari contratti nazionali di lavoro sottoscritti da Confcooperative, Legacoop e Agci con Cgil, Cisl e Uil e vi confluiscono tre preesistenti fondi-pensione complementare: Cooperlavoro, che contava su 72 mila lavoratori occupati in tutti i settori produttivi; Previcooper, in cui confluivano 30 mila lavoratori delle aziende che applicano il contratto nazionale di lavoro della Distribuzione Cooperativa; e Filcoop, fondo-pensione a capitalizzazione con 9 mila associati. Il suo obiettivo? Rilanciare il ruolo della previdenza complementare come secondo pilastro pensionistico. Ratificata da poche settimane, la fusione verrà comunicata alla Covip, l’Autorità amministrativa indipendente cui spetta vigilare sui fondi-pensione e dovrebbe diventare operativa entro maggio.

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