Settimana corta, oltre la metà degli italiani ridurrebbero lo stipendio pur di averla
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Settimana corta, oltre la metà degli italiani ridurrebbero lo stipendio pur di averla

In queste ore due grandi aziende, EssilorLuxottica e Lamborghini, hanno annunciato i loro piani per introdurre la settimana corta, composta da quattro giorni di lavoro. Entrambe le aziende, due colossi rinomati in tutto il mondo e simbolo del Made in Italy, hanno previsto questa formula a parità di salario e introdurranno la novità in maniera graduale, non per tutto l’anno. Per quanto riguarda l’azienda fondata da Leonardo Delvecchio a breve entrerà in vigore il nuovo contratto integrativo aziendale, dopo l’accordo raggiunto con Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil e le Rsu, che permetterà oltre 20mila dipendenti dislocati negli stabilimenti di Agordo, Sedico, Cencenighe Agordino, Pederobba, Lauriano e Rovereto di lavorare, per 20 settimane l’anno, 4 giorni la settimana a fronte della rinuncia a 5 permessi retribuiti l’anno, con l’azienda che si farà carico degli altri 15.

 

 

Diversa la via scelta da Lamborghini, il gruppo di Sant’Agata Bolognese ha deciso di introdurre una settimana lavorativa da 33 ore e mezzo e per arrivarci alternerà settimane complete a settimane su quattro giorni. Per questo motivo, chi lavora su due turni godrà di una settimana da 4 giorni lavorativi alternata una da 5, mentre chi lavora su tre turni avrà diritto a due settimane lavorative da 4 giorni ogni due settimane da 4. Novità importanti anche sul fronte dello smart working, che potrà arrivare fino a 12 giorni al mese.

 

 

La scelta di EssilorLuxottica e Lamborghini, va in una direzione intrapresa in diverse parti del mondo e che inizia a diffondersi anche in Italia. Del resto, la richiesta di ridurre le ore di lavoro e introdurre la settimana corta sembra stare particolarmente a cuore agli italiani. Addirittura, svela la ricerca “La nuova relazione con il mondo del lavoro” di Assirm per Confindustria Intellect, più di un lavoratore su due (55%) sarebbe disposto a guadagnare di meno pur di avere la possibilità di lavorare un giorno in meno, percentuale che cresce fino al 62% nella fascia di età compresa tra 25 e 34 anni.

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