Perché è importante parlare di welfare nelle offerte di lavoro
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Perché è importante parlare di welfare nelle offerte di lavoro

Il welfare aziendale sta prendendo sempre più piede, eppure sono pochissime le offerte di lavoro che menzionano i benefit da esso derivanti. Secondo un’analisi realizzata da Coverflex, startup che si occupa di welfare aziendale e retribuzione flessibile, solamente il 4,5% delle offerte di lavoro li menziona. Un dato ricavato dall’analisi di oltre 96.000 annunci di lavoro su Linkedin e che vede comparire le parole “benefit”, “welfare” e “buoni pasto” solamente 4.000 volte. Di questi, quasi il 55% (2.362 annunci) parla genericamente di benefit, mentre il 31,1% si riferisce esplicitamente al welfare e solamente il 13,9% (600 annunci) cita i buoni pasto.

 

UNA TENDENZA DA INVERTIRE

 

Si tratta di numeri certamente sconfortanti, difficili da spiegare vista la diffusione sempre più capillare di politiche di welfare aziendale e di benessere della persona in Italia. A colpire, è soprattutto la difficoltà nel riconoscere nel welfare aziendale uno strumento capace di garantire un vantaggio competitivo chiaro per le aziende che lo mettono in pratica, un passaggio questo sottolineato da Chiara Bassi, Country Manager Italia di Coverflex, che spiega: “Le evidenze di questa analisi ci fanno comprendere con chiarezza che il lavoro da fare è ancora tanto e che molte aziende non stanno approfittando, per niente o in minima parte, delle opportunità offerte dal welfare aziendale, o stentano a percepirlo come un vero e proprio vantaggio competitivo”. Mettere sul piatto, fin dall’offerta di lavoro, i benefit previsti dall’azienda può rendere un annuncio decisamente più allettante, rendendolo uno strumento importante nell’attrazione di nuovi talenti. Che si tratti di flessibilità oraria, di possibilità di lavorare da remoto, di piani sanitari, di mutui agevolati o di semplici fringe benefit il welfare aziendale è un elemento di forte attrazione e dovrebbe essere comunicato con efficacia delle aziende, anche negli annunci: “Comunicare con trasparenza i benefit offerti, già a partire dall’annuncio di lavoro, permette alle aziende di distinguersi e di raccontarsi come realtà all’avanguardia, trasparenti e pronte a considerare il proprio dipendente come una persona, con esigenze e interessi differenti”, spiega ancora Chiara Bassi.

 

GLI ANNUNCI CAMBIANO

 

Gli annunci di lavoro, in ogni caso, sono destinati a cambiare nei prossimi anni alla luce della normativa europea sulla trasparenza che imporrà alle aziende, a partire dal 2026, di indicare informazioni esplicite sulla retribuzione offerta, in modo da ridurre sempre di più il gender pay gap, fenomeno ancora molto diffuso in tutto il vecchio continente. Oltre a questo cambiamento, le aziende italiane, farebbero bene allora a dedicare anche uno spazio al welfare aziendale e ai benefit, aumentando ancora di più la trasparenza della loro offerta e la capacità di attrazione di lavoratori sempre più interessati anche ad aspetti della vita aziendale che esulano dallo stipendio.

 

 

 

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